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COP30: La Spagna continua a puntare sul suo profilo climatico “ambizioso” e “impegnato”

COP30: La Spagna continua a puntare sul suo profilo climatico “ambizioso” e “impegnato”

Madrid.- Dopo molti anni di progressi nelle sue politiche ambientali, la Spagna arriva alla COP30 in Brasile mantenendo una linea di continuità nel suo profilo di attore "ambizioso" e "impegnato" nell'azione per il clima, lo stesso ruolo attivo che ha storicamente svolto in queste negoziazioni internazionali.

Gli analisti del clima hanno presentato il loro punto di vista sul Paese in un'intervista all'EFE, un Paese che, avendo sperimentato in prima persona le conseguenze del cambiamento climatico, si presenta come uno dei difensori del limite di 1,5ºC e incoraggia il raggiungimento di accordi.

Pablo Barrenechea, direttore del mercato per il clima e la sostenibilità di Ecodes, ha spiegato che, sebbene l'accordo di Parigi sia stato firmato sotto il governo del PP, è stato con l'arrivo del governo socialista che la deriva ambientalista della Spagna si è consolidata.

In particolare attraverso l’organizzazione – in un solo mese – della COP25 Cile-Madrid nel 2019, in cui l’allora Ministra della Transizione Ecologica, Teresa Ribera, ha svolto un ruolo importante.

La sua successore, Sara Aagesen, ha mantenuto, in una linea di continuità, la Spagna come "attore protagonista" nell'agenda climatica globale con misure come l'inclusione del Paese nel Trattato sull'alto mare o la promozione di un Patto di Stato per l'emergenza climatica, "che pone l'azione contro il cambiamento climatico nell'agenda politica e sociale".

Riguardo al Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) 2021-2030, che delinea chiaramente gli obiettivi da raggiungere in questo ambito entro la fine del decennio, Barrenechea ha sottolineato che "c'è molto da fare, ma non tanto nella tabella di marcia in sé, quanto piuttosto nella sua attuazione rapida e adeguata".

"Leader interno" nel blocco europeo

La Spagna non presenta il suo contributo determinato a livello nazionale (NDC) individualmente – gli impegni climatici che i paesi devono registrare presso l'ONU, in questo caso, in vista del 2035 – ma insieme all'Unione Europea (UE), la cui leadership è stata messa in discussione dal ritardo nella presentazione.

Lara Lázaro, ricercatrice presso l'Elcano Royal Institute, ha ricordato che la posizione europea sulle questioni climatiche ha "sempre" richiesto un notevole sforzo negoziale, ma ha mantenuto l'UE come un "leader direzionale", capace di fissare obiettivi ambiziosi.

A questo proposito, il Segretario di Stato per l'Ambiente, Hugo Morán, ha sottolineato in un'intervista a EFE che "la strada da seguire" è la leadership ambientale che l'Unione ha mantenuto. Sebbene "non tutti i paesi dell'UE" condividano la stessa posizione, la posizione della Spagna è quella di "non fare un solo passo indietro", ha affermato.

Lázaro ha presentato il Paese come un “leader interno” sulle questioni climatiche all’interno del gruppo europeo, sottolineandone il ruolo nello “spingere a mantenere gli obiettivi già raggiunti” e in materia di giusta transizione.

Barrenechea ha inoltre individuato un ruolo trainante per la Spagna, che, con una posizione geografica che aumenta la sua vulnerabilità ai cambiamenti climatici e che già genera perdite e danni, deve essere "un garante del fatto che la mitigazione sia la prima misura di adattamento".

Verso Belém: stesso percorso delle precedenti COP

Negli ultimi anni la Spagna ha rafforzato il suo profilo diplomatico sulle questioni climatiche, soprattutto dopo la COP25, organizzata a Madrid sotto la presidenza del Cile, e in occasione della quale Lázaro ha ricordato che è stata istituita la Santiago Network, un meccanismo per aiutare i paesi in via di sviluppo vulnerabili a prevenire, minimizzare e affrontare danni e perdite.

Inoltre, alla COP28 di Dubai, dove il Paese deteneva la presidenza del Consiglio dell'UE, ha "sostenuto in modo significativo" l'inclusione di un paragrafo nell'accordo finale sull'avanzamento della transizione dai combustibili fossili, tra le altre questioni.

Per quanto riguarda l'attuale COP, l'esperto ha sottolineato che ci sono ambiti in cui la Spagna potrebbe avere un "impatto maggiore", come la transizione giusta o l'adattamento, in cui il Paese ha sviluppato una "governance innovativa" e vanta maggiore esperienza.

Ma non è solo il livello di negoziazione a essere importante; ha sottolineato anche che negli ultimi anni il Paese ha avuto un proprio padiglione, dove ha potuto ampliare le conoscenze sulle questioni climatiche attraverso forum e dibattiti.

Inoltre, quest'anno è stata introdotta una dimensione intergenerazionale con l'iniziativa Generation Climate COP30, attraverso la quale quattro giovani si recheranno in Brasile per dare voce alle richieste della loro generazione. EFEverde

imh/cc

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